#largo Renato Carosone
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gennarocapodanno · 6 months ago
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Vomero: a 5 anni dall’evento, ancora irrisolto il giallo della scomparsa della targa toponomastica al largo Renato Carosone
In occasione dell’anniversario della morte del grande artista chiesta all’amministrazione comunale partenopea la collocazione di una nuova lapide Vomero, largo Renato Carosone: la targa scomparsa                In occasione dell’anniversario della morte del grande artista, avvenuta 23 anni fa, il 20 maggio 2001, Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della…
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julio-viernes · 1 year ago
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Seguimos con cosas no "modernas" y "en la onda", pero sí eternas. El amor nunca pasa de moda, la muerte menos. Imágenes de la primera Orquesta Mondragón - cuando era una banda de verdad- de fiesta con el enorme Bonet de San Pedro cantando "Raska- Yu". Esto lo vi cuando lo pasaron en Musical Express, creo que esa fue la primera noticia que tuve de Pedro Bonet Mir, lo mismo que de Renato Carosone, con el que también actuaron.
"Raska Yu" es una composición original de Bonet de 1943, un fox-trot que gozó de enorme éxito y popularidad a lo largo de la década. La canción relata la historia de un personaje que visita a su amor fallecido en el cementerio y se pregunta que será del protagonista cuando muera. Algunos incluso creyeron que su letra podía ser una sátira de Francisco Franco.​ Es más que posible que Bonet se inspirase para su tema en "I'll Be Glad When You're Dead, You Rascal You" de Louis Armstrong en 1931.
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La siempre infavalorada primera Mondragón - caracterizada por su unión de rock y cabaret con importantes dosis de humor ácido, corrosivo y negro- tuvo el buen gusto de unir fuerzas con Bonet y Carosone ("Ehi Cumpari" con Ágata Lys tocando el pito, Luis Cobos el saxo, Bonet la "mandolina", Popotxo, una japonesa y muchos enanos bailando) y dárnoslos a conocer a los chavales.
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thelazaharsworld · 4 years ago
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Entriamo nel mondo del Sogno, del Risveglio e dell’Inconscio e… non solo! Nostre guide saranno LEUSIA e il NARRATORE.
Napoli è molto più di quel che si vede…
Narratoreeeeeeee ci sei?
- Si, Si. PILLOLA ROSSA O AZZURRA? Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo.
… Ehm scusate… ogni tanto mi faccio prendere la Mano anzi la Matrix! Ma torniamo a noi. -
Napoli è un sogno ad occhi aperti, è intrisa di Sogno e di Sogni. Il suo stretto collegamento con l’inconscio si rivela in ognuno dei vicoli del centro storico.
Sogni, Risveglio e Inconscio e poi di nuovo Sogno!
- Se io vi dico SMORFIA, a cosa pensate? Sicuramente ad un’espressione più o meno ilare del mio viso. Ebbene no! Vi introduco alla Smorfia napoletana –
È il libro per l’interpretazione dei sogni! E infatti il nome deriverebbe da Morfeo il dio greco dei sogni.
Nella Smorfia, incredibilmente, un accadimento, un sogno, una persona o un oggetto viene trasformato in un numero! Un numero da giocare al LOTTO. A Napoli si ‘fanno’ numeri per qualsiasi cosa: un incidente, una nascita, un avvenimento felice o funesto.
Ma non è facile come potreste pensare, poiché il numero può essere diverso a seconda del contesto: per esempio ‘giocare’ fa 79.
- Tutto qua direte voi? –
Ma no! Se giochiamo a calcio il numero è 50, se giochiamo a carte il numero è 17, se giochiamo a scacchi il numero è 22.
- E ora mi lascio prendere un attimo la mano anzi la voce da… -
Ho giocato tre numeri al lotto: 25, 60 e 38.
Pensa un po' che successo farà
la canzone se il terno uscirà!
Ho giocato tre numeri al lotto: 25, 60 e 38.
Li ho giocati convinto perché…
Li ho sognati tutti e tre!
(da una celebre canzone di Renato Carosone)
Si apre davanti a noi un UNIVERSO PARALLELO: il mondo dei sogni che si mescola al mondo reale e in cui sacro e profano convivono in armonia.
“Il lotto è il largo sogno, che consola la fantasia napoletana: è l’idea fissa di quei cervelli infuocati; è la grande visione felice che appaga la gente oppressa; è la vasta allucinazione che si prende le anime.” Come dice Matilde Serao.
Ella racconta anche un curioso episodio per sottolineare l’importanza dei numeri al lotto tra il popolo di Napoli. Una popolana fu chiamata in giudizio per aver dato un pugno ad una rivale e, volendo discolparsi, raccontò al magistrato: “m’ha chiammata sittantotto” (mi ha chiamata 78).
Se il magistrato non avesse preso la SMORFIA non avrebbe mai capito l’offesa. (78 è il numero che indica la prostituta).
- Ma del gioco del LOTTO e dei GIOCHI con significato nascosto come la CAMPANA o IL GIOCO dell’OCA (l’avreste mai pensato? L’innocente Gioco dell’Oca! Il tabellone con dadi e percorso su cui avanzare e a cui tutti abbiamo giocato da bambini.) parleremo prossimamente. Ora vi voglio parlare dell’interessante percorso che porta alla SMORFIA –
Tanti ma tanti anni fa LA SMORFIA veniva tramandata oralmente. Solo in seguito, nel 1600, vennero stampate edizioni con figure e numeri. Ricordiamoci che a quei tempi la maggior parte delle persone non aveva la possibilità di studiare! Le prime edizioni della Smorfia erano, dunque, corredate da figure esplicative.
Alcuni fanno coincidere la nascita di questo strano libro col trattato di interpretazione dei sogni scritto da Artemidoro di Daldi o di Efeso. Nato forse dopo il 120 d.C. visse a Daldi, in Lidia e il suo Onirocritica, in cinque libri, attingeva da tantissime fonti ancora più antiche, poiché egli stesso scrive di aver raccolto tutto ciò che era disponibile sull’argomento durante i suoi viaggi in Asia, Grecia e Italia.
- Direte voi: ma allora questi ANTICHI da dove ricavavano le loro così ampie conoscenze? Bah! Questo non posso dirvelo io, povero narratore e nemmeno LEUSIA che ha sempre la testa tra ampolle ed esperimenti! -
Torniamo ai fatti. Il trattato di Artemidoro arrivò per la prima volta in occidente a Venezia nel 1518 e fu stampato in greco. In seguito ristampato più e più e più e più…volte e… udite udite!...ritenuto punto di riferimento fino a Freud, cioè fino agli inizi del 1900!!!
- Ma quali sono i numeri più conosciuti? Volete sapere quelli più ‘piccanti’ o strani? –
Beh! Eccone alcuni:
Avete sognato un pazzo? Allora 22. Uno scemo? 23
Avete sognato che ridete? Allora 19. Una donna nuda? 21
In sogno siete stati spettatori di un incidente? Allora 17 la disgrazia
Nel vostro immaginario onirico è comparso qualcosa di più…? Allora potreste spiegarlo col numero 29 ‘O pate d’ ‘e criature (il membro maschile)…
Con il 39 si indica l’impiccato, mentre la noia fa 40, il coltello 41 e la paura 90!
Avete sognato di gustare un caffè? Allora 42. Siete andati in una cantina e la botte era vuota? Allora 3, ma se era piena allora 55 come la musica! Il 47 è il morto che non parla. Se parla il numero è il 48. Una quantità infinita di possibilità…
Finisco con il numero 85 che sono le anime del Purgatorio, con il piccantissimo 67, che in napoletano è ‘O totaro dint’ ‘a chitarra (riferimento all’atto sessuale) e con il 72 che rappresenta lo stupore!
- Ma, accidenti! Con tutti questi numeri, stavo per dimenticare di citare Pico della Mirandola! Il Mitico PICO della MIRANDOLA dalla memoria prodigiosa, capace di fare calcoli a molte cifre senza neanche scrivere un numero e di cui si dice fosse capace di recitare la Divina Commedia al contrario. L’uomo dalla terribile ansia di apprendere tutto lo scibile umano, dalle amicizie pericolose come quella col SAVONAROLA… e morto a soli trent’anni! Capirete che non avrei mai potuto lasciarlo nell’oblio! -
Pico, vissuto nella seconda metà del 1400, dopo studi appassionati, scrisse il trattato: ‘Conclusiones philosophicae, cabalisticae et theologicae’ (Conclusioni filosofiche, cabalistiche e teologiche) in cui analizzava attentamente la CABALA ebraica traendone importanti insegnamenti: non esiste parola, numero, lettera o segno che non abbia qualche significato nascosto.
I collegamenti tra la Cabala e la Smorfia napoletana sono tantissimi, ma quest’ultima rappresenta una forma di esoterismo basato sull'interpretazione dei numeri e dei sogni mentre La CABALA EBRAICA (Kabbalah. in ebraico “tradizione) è la dottrina mistica che comprende cosmologia, angelogia e anima umana. I suoi insegnamenti sono sintetizzati nell’ALBERO della VITA o Albero sefirotico di cui vi parleremo a breve.
- Ora devo andare, scusatemi. Stanotte ho fatto un sogno strano e non mi resta altro da fare che indagare sui suoi significati. Dunque 22…la pazza, 44 la prigione… i topolini cioè ‘e suricille come direbbe LEUSIA e fanno 11. Poi 16…ma che diavolo ho sognato??? -
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sciscianonotizie · 6 years ago
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Napoli, Vomero. Sparita la targa da largo Renato Carosone http://dlvr.it/R5D1g8 http://dlvr.it/R5D1g8
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infosannio · 7 years ago
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Napoli: a Bruni, Carosone e Murolo intitolati due rotonde e un largo
Napoli: a Bruni, Carosone e Murolo intitolati due rotonde e un largo
Nel 2014 ai tre artisti furono già intitolate traverse di via Bixio, nel quartiere Fuorigrotta    ” Oggi, a tre grandi artisti scomparsi, che hanno notoriamente offerto un grande e fondamentale contributo per far conoscere la melodia napoletana in tutto il mondo, mi riferisco a Sergio Bruni, a Renato Carosone, e a Roberto Murolo, secondo quanto diffuso da alcuni organi d’informazione, nell’ambito…
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gennarocapodanno · 6 months ago
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Napoli: 23 anni fa ci lasciava Renato Carosone
  Pochi ricordano il grande artista scomparso Renato Carosone             In occasione dell’anniversario della morte del grande artista, avvenuta 23 anni fa, il 20 maggio 2001, ripropongo i quesiti che, fino a oggi, non hanno ricevuto ancora risposta: ” Che fine ha fatto la targa scomparsa, posta al Vomero nel largo intitolato a Renato Carosone? E perché, visto che non si trova, non ne viene…
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gennarocapodanno · 7 months ago
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Napoli: città matrigna. Ai grandi artisti intitolati incroci, scale e aiuole abbandonate e piene di rifiuti
Hanno fanno conoscere la cultura e l’arte di Napoli in tutto il mondo Vomero: largo Renato Carosone Reputo estremamente riduttivo aver intitolato a un illustre artista napoletano, come Aldo Giuffré, uomo di grande cultura, noto, anche fuori dai confini della città che gli diede i natali, per la sua variegata e intensa attività di attore, regista, scrittore, drammaturgo e sceneggiatore, peraltro…
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gennarocapodanno · 5 years ago
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Vomero, che fine ha fatto la targa di largo Renato Carosone? Riproposta la domanda in occasione del centenario della nascita dell'artista
Vomero, che fine ha fatto la targa di largo Renato Carosone? Riproposta la domanda in occasione del centenario della nascita dell’artista
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In occasione dei festeggiamenti per il centenario della nascita di Renato Carosone, avvenuta a Napoli il 3 gennaio 1920, Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, ripropone il quesito che, senza che fino ad oggi sia stata data alcuna risposta, già avanzò mesi addietro: “Che fine ha fatto la targa intitolata a Renato Carosone?”
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gennarocapodanno · 5 years ago
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VOMERO, CHE FINE HA FATTO LA TARGA DI LARGO RENATO CAROSONE? RIPROPOSTA LA DOMANDA IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA NASCITA DELL'ARTISTA https://gennarocapodanno.wordpress.com/2020/01/03/targa-carosone/ #valoricollinari #notteneravomero #gennarocapodanno #vigilanzazero (presso Vomero, Campania, Italy) https://www.instagram.com/p/B63WaxGoRoB/?igshid=e3e7lianamv8
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gennarocapodanno · 6 years ago
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VOMERO, SPARITA LA TARGA DA LARGO RENATO CAROSONE. PIÙ VOLTE SEGNALATI IL DEGRADO E L'ABBANDONO DELL'AIUOLA
http://www.napolitoday.it/blog/vomero/sparita-targa-largo-carosone.html
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gennarocapodanno · 6 years ago
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VOMERO, SPARITA LA TARGA DA LARGO RENATO CAROSONE. PIÙ VOLTE SEGNALATI IL DEGRADO E L'ABBANDONO DELL'AIUOLA http://www.napolitoday.it/blog/vomero/sparita-targa-largo-carosone.html #valoricollinari #notteneravomero #gennarocapodanno #vigilanzazero (presso Vomero, Campania, Italy) https://www.instagram.com/p/BxxH5jPCZJ0/?igshid=1icdng2n492h1
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gennarocapodanno · 6 years ago
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Vomero: verde pubblico abbandonato
Vomero: verde pubblico abbandonato
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SOS per l’aiuola di via Paisiello con la targa a Renato Carosone
  “ E’ una vergogna. Il poco verde pubblico che esiste al Vomero è totalmente  abbandonato – denuncia ancora una volta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Le aiuole, in particolare, sono per lo più diventate ricettacoli di rifiuti di ogni genere, oltre ad essere rinsecchite con qualche raro ciuffo d’erba.…
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